“23 giorni. Il miracolo di Sofia Goggia”. La presentazione del docufilm sull’impresa di Pechino
“Se non si rischia per un’Olimpiade, allora qual è il valore del rischio?”. In questa frase c’è tutta la determinazione che ha portato Sofia Goggia a essere al cancelletto di partenza della discesa olimpica femminile di Pechino 2022 del 15 febbraio 2022, 23 giorni dopo l’infortunio al ginocchio sinistro riportato nella terribile caduta durante il superG di Coppa del Mondo di Cortina d’Ampezzo del 23 gennaio.
La frase citata prima, Sofia l’ha pronunciata durante la presentazione tenutasi stamattina a Milano del docufilm prodotto da Sky Sport “23 giorni. Il miracolo di Sofia Goggia”, nella quale la stessa fuoriclasse bergamasca e tutti quelli che le sono stati vicino, dai medici FISI Herbert Schoenhuber e Andrea Panzeri al direttore tecnico della squadra azzurra femminile Gianluca Rulfi, al suo skiman Barnaba Greppi e al suo allenatore Luca Agazzi, raccontano come sia stato possibile passare dalla disperazione più nera per un’Olimpiade a cui Sofia sembrava dover rinunciare (peraltro è stata costretta a passare a Michela Moioli il ruolo assegnatole dal CONI di portabandiera dell’Italia nella cerimonia d’apertura) alla gioia per un miracoloso argento, per soli 16 centesimi alle spalle della svizzera Corinne Suter, che a caldo le ha lasciato molto amaro in bocca ma che col passare del tempo Sofia ha compreso essere più un argento vinto più che un oro perso.
La presentazione tra l’altro, a cui noi di Scimagazine eravamo presenti, è avvenuta a soli tre giorni da un’altra impresa miracolosa di Goggia, la vittoria nella seconda discesa di St. Moritz con una mano fratturata, infortunio procuratosi il giorno prima in un’altra discesa, la prima delle due in programma nella località svizzera dell’Alta Engadina, nella quale si è piazzata altrettanto miracolosamente seconda alle spalle di Elena Curtoni. Una campionessa che esce dai confini dello sport e la cui personalità emerge in pieno nel docufilm di Sky Sport, al quale ha contribuito in modo fondamentale la collega giornalista Dody Nicolussi. Ecco alcune delle frasi, riportate dal sito di Sky Sport, che ha detto Sofia durante l’incontro odierno con i media, le autorità federali, in primis il presidente della FISI Flavio Roda, e tutti coloro che le sono stati vicini in quei difficilissimi 23 giorni, dopo aver visto per la prima volta, commuovendosi, la prima parte del docufilm nel suo montaggio definitivo.
“Chiaramente quando vivi un’esperienza simile e hai un obiettivo come un’Olimpiade quasi non ti rendi conto di tutto ciò che fai per rendere l’impresa possibile. Quando mi sono seduta sulla sedia di casa mia davanti alla telecamera e ho ripercorso tutto, mi sono anche quasi ricordata di alcuni momenti, di alcuni attimi che erano già nel dimenticatoio. È stato bello riscoprire determinati dettagli, determinati momenti che veramente mi ero già dimenticata.”
“A fine stagione mi sono sentita sfinita e ho capito quasi di più l’entità del mio infortunio. Mi sono trovata a fare un percorso fisioterapico vero e mi sentivo impedita anche a fare due saltelli normalissimi e gli ho detta: ‘Come ho fatto a fare un’Olimpiade?’.”
“Nessuno può capire la mia difficoltà in quella camera a Pechino dove ero da sola, il fatto di non riuscire neanche ad andare a trovare il mio skiman nella skiroom perché per me era difficile fare quel tragitto. Devo veramente ringraziare alcune persone che mi sono state particolarmente vicino, che mi sono state accanto: un posto bellissimo, ma un posto per pochi. Sono veramente grata di aver avuto delle persone che sono state lì.”
“C’è questa sensazione che ho tutte le volte che vado forte, soprattutto in discesa libera: quando lo sci è piatto e sento che come se quasi non toccasse la neve. So che sto andando forte – mi è capitato anche questo weekend mi sento nella discesa di Saint Moritz – e quando ce l’ho, so che sono davanti. Ho vinto tante gare in Coppa del Mondo sulle stesse tante piste. Ci sono ancora delle piste che invece non ho ancora conquistato. Per me lo sci è il gioco più bello del mondo e lo vivo con quella parte mia fanciullesca, da bambina, che alla fine mi ha fatto innamorare di questo sport. Anzi, credo anche di viverlo con questa consapevolezza e con questa felicità perché mi sono ricollegata a quella parte di me primordiale che mi ha fatto iniziare.”
E a proposito delle piste dove non ha ancora vinto, ci ha confidato che quelle dove le piacerebbe vincere sono Garmisch, (“anche se quest’anno non c’è”, ha puntualizzato), Altenmarkt, “perché non è una pista che mi si adatta e quindi mi stimola” (ma anche questa, quest’anno, non ci sarà, ndr), e Meribel.
Di seguito tutta la programmazione sui canali Sky del docufilm “23 giorni. Il miracolo di Sofia Goggia”.
Venerdì 30 dicembre
Ore 22.45 su Sky Sport Uno
Sabato 31 dicembre
Ore 11.00 su Sky Documentaries
Ore 12.15 e mezzanotte su Sky Sport Uno
Domenica 1 gennaio
Ore 13.45, 19.30 e 22.45 su Sky Sport Uno
Martedì 3 gennaio
Ore 13.00 su Sky Documentaries
Giovedì 5 gennaio
Ore 10.00 su Sky Documentaries
Ecco il trailer del docufilm pubblicato da Sky Sport su Youtube