
Dietro le quinte di un Mondiale
«L’Austria era un paese ordinato», diceva spesso mio nonno che in questo Paese ci è nato. Citava un famoso motto letterario carico di nostalgia per l’Austria di Francesco Giuseppe e della Principessa Sissi, un aggettivo deseueto che conteneva molto di più del proverbiale senso dell’ordine e della capacità organizzativa che hanno i nostri vicini del nord. C’era in quella frase l’orgoglio per la precisione di un popolo, per la sua affidabilità, l’Heimat, la patria, intesa come tutto ciò che costituisce lo spirito, le radici, l’identità di un Paese, tra cui la propensione al divertimento perché quando un austriaco decide di fare festa, fidatevi, sono pochi quelli che riescono a stargli dietro.
Che c’entra tutto questo con i Mondiali di sci da poco conclusi a Saalbach-Hinterglemm, nel cuore del Salisburghese, magico comprensorio sciistico sulle Alpi di Kitzbühel?
C’entra perché se il nonno fosse ancora tra noi e avesse potuto vivere da vicino l’atmosfera e il dietro le quinte di questo straordinario evento, sono sicuro che vi avrebbe ritrovato echi di quell’Austria Felix che quando si parla di sci sa mettere in campo il meglio di sè e dei propri valori. Lo si dice spesso che qui lo sci è sport nazionale, che tutti gli sport della neve sono praticati fin dalla più tenera età, che qualsiasi barista di Salisburgo è in grado di tenere dotte discussioni con i clienti sulla tecnica migliore per affrontare la Mausefalle della Streif, ma la partecipazione a questa festa dello sport, che dura dall’alba del giorno di inaugurazione alla tarda notte del giorno di chiusura, è qualcosa di veramente unico.
Dal 4 al 16 febbraio tutta la passione di un popolo si è riversata sulla pista Zwölfer e i suoi due tracciati, Ullii Maier e Schneekristall, per uno spettacolo che va ben oltre le gioie e i dolori degli atleti, i piazzamenti, i podi, i centesimi di secondo.
Sold out per tutte le gare. Un totale di 175mila biglietti staccati a cui vanno aggiunte le tante migliaia di sciatori che hanno deciso di godersi le gare a bordo pista, in un serpentone che inizia al cancelletto di partenza e accompagna gli atleti fino all’ingresso dell’immenso stadio al traguardo. Una macchina organizzativa perfetta quanto discreta, in grado di avvicinare pubblico e atleti, di far sentire tutti protagonisti della grande famiglia del Circo bianco.
«È stato difficile organizzare questo Fis Alpine World Ski Championships 2025?». Il rappresentante del Salzburgerland, membro del comitato organizzatore, si avvicina al telefonino registratore con l’orgoglio di chi sa di aver fatto un buon lavoro. «No, direi di no, tutto sta procedendo nel migliore dei modi. Abbiamo l’esperienza di 9 Mondiali organizzati in Austria, uno nel 1991 proprio qui a Saalbach-Hinterglemm, tante gare di Coppa del mondo, gli atleti del Circus sono di casa e l’atmosfera creata dal pubblico è fantastica come sempre. Tanti volontari hanno prestato il loro tempo e le loro energie per la riuscita dell’evento. Siamo contenti».
Ne approfitto per fare qualche altra domanda.
La prima cosa che salta all’occhio arrivando a Hinterglemm, sede delle gare, oltre alla facilità di accedere all’area è la pacifica convivenza tra chi è qui per sciare e fare la propria settimana bianca e chi partecipa all’evento mondiale, com’è possibile? È tutto così ordinato.
«Questo è l’aspetto più interessante del comprensorio. Abbiamo concentrato le gare sullo Zwölferkogel, il pendio di Hinterglemm, ma i 250 km di piste, 400 se consideriamo tutti e 3 i comprensori che si susseguono fino a Zell am See, hanno molti punti di accesso sui due versanti della valle, nessun problema per chi vuole sciare nei giorni dei Mondiali. La moderna cabinovia da 12 persone che porta atleti e normali sciatori nell’area di gare è molto efficiente e le attese per gli utenti sono limitate anche quando c’è un grande affollamento».
Ma dove avete sistemato tutte queste persone?.
«Saalbach, Hinterglemm e il fondo valle di Zell am See e Kaprun offrono tantissime soluzioni per ogni esigenza. Abbiamo le grandi strutture termali alberghiere di Kaprun, dove si può alloggiare, andare a vedere le gare e tornare a casa per un pomeriggio di relax alle terme e poi vivere le serate di festa e festeggiamenti degli atleti. Siamo a 100 km da Salisburgo e dall’aeroporto e molti sponsor tecnici hanno sede nella zona, insomma nessun problema di alloggiamento».
Eh niente, se si parla di turismo e di sci non li prendi in fallo. Riproviamoci. «E per le strutture necessarie alle gare?
«Hinterglemm è una frazione di Saalbach collegata a sud da un tunnel stradale che sbuca proprio davanti all’area tribune, lasciando libera un’ampia zona pedonale. Lungo la strada che affianca il tunnel e garantisce l’accesso a tutti coloro che arrivano a piedi, sono stati allestiti dei gazebo con l’ufficio biglietti, il merchandising, aree ristoro street food e un palco per le feste pomeridiane e serali. Chi lascia la macchina fuori paese, nei grandi parcheggi gratuiti all’aperto può prendere una navetta, un bus o un servizio taxi, sono stati contattati circa 200 pulmini da 10/12 persone, e raggiungere le tribune in pochi minuti. Una volta sbucato fuori dal tunnel il nostro ospite troverà le grandi strutture provvisorie in grado di ospitare tranquillamente più di 25mila spettatori per ogni gara. In uno dei due lati sono stati posizionati gli spazi tecnici per le squadre, la poltrona che attende gli atleti primi classificati, un palco per i concerti tra una manche e l’altra, lo spazio Dj e Speaker e il grande schermo da cui seguire da vicino sia gli atleti che tutto ciò che accade in questa zona».
Non è finita qui, a fianco delle tribune c’è la House of Snow, di cosa si tratta? Chiedo.
«House of Snow è una grande struttura, anche questa prefabbricata e provvisoria, che ospita su due piani al chiuso tutti gli eventi legati ai Mondiali, qui le feste serali per le medaglie, le conferenze stampa, le cene, una vera zona di accoglienza per tutti coloro che partecipano alla nostra festa sportiva».
Lascio andare il mio gentile interlocutore a bersi una buona birra, Gösser naturalmente, apprezzatissimo sponsor dell’evento, birrificio della Stiria che ha distribuito gratis più di centomila di quelle bandiere austriache che vediamo sventolare sugli spalti, mentre mi gira in testa questo termine, festa, show, il più utilizzato qui a Saalbach 2025.
Il segreto di questo enorme successo sta tutto qui. Per l’Austria e per i tanti tifosi giunti dai posti più sperduti del Globo, World Ski Championship, significa soprattutto show. C’è un clima davvero incredibile che è impossibile documentare nelle cronache televisive. A margine della gara vera e propria c’è un mondo che sprigiona allegria e sportività ininterrotta per dodici giorni e inizia a vivere ogni mattina quando, alle 8.30, si aprono i cancelli della discesa prevista.
Un corteo variopinto, pacifico, arricchito da personaggi davvero eccentrici, tantissime famiglie con bambini, scolaresche, sci club, fan club che inneggiano al proprio idolo, si starebbe ore a osservare il pubblico che entra ordinatamente, qualcuno già con la sua bella birra in mano, mentre dall’interno delle tribune le enormi casse diffondono la musica party-apre ski ad alto volume che scalderà ogni istante dell’evento in programma. Una gara in Austria è una Woodstock dello sport, un festival dello sci.
Da dove venite?.
«Canada, Sud Africa, Slovacchia, Brasile, Argentina, Norvegia, Cina…», difficile trovare una nazione che non sia rappresentata anche in assenza di forti sciatori locali. Qualche tirolese temerario si presenta nei tradizionali pantaloncini di cuoio corti e gambe pelose esposte al freddo, molti i vichinghi con tanto di cappellino con ampie corna, da non confondersi con i francesi che optano per le trecce bionde e l’elmo di Asterix, oppure il galletto alla marsigliese, ma inaspettatamente i più creativi sono gli svizzeri, che affiancano alle consuete pesantissime campane da mucca ogni sorta di strumento musicale da festa campestre.
Il mio premio “tifo stravagante” va ex equo a un gruppo di svizzeri avvolti dalla bandiera rosso crociata che porta sulla testa una specie di presepe, ovviamente ispirato a discese con gli sci, montagne e onnipresenti vacche pezzate assieme a un fan club di almeno venti bizzarri personaggi che indossano le leggendarie tute gialle con i buchi “gruviera” che qualcuno ricorderà addosso ai ben più fisicati Didier Cuche e Michael von Grünigen, a Nagano ‘98. In testa un casco ricoperto di paillettes d’oro luccicante del quale scopro dopo alcuni giorni di presenza tra spalti e parterre il vero scopo: seguendo la moda lanciata dalla valanga svizzera si sono rasati i capelli nella maniera più inquietante.
A proposito di abbigliamento stravagante, se qualcuno si fosse chiesto che fine avesse fatto l’inossidabile sessantaseienne Hubertus Rudolph von Fürstenberg-Hohenlohe, beh è come sempre al cancelletto di partenza dello slalom di chiusura di questi Mondiali, classificatosi all’80° posto e accolto da un vero boato del pubblico.
L’interno dell’Arena è già una bolgia di colori, con migliaia di bandiere che sventolano all’apparizione di chiunque tagli il traguardo, sia un addetto alle piste, un cameraman, un ispettore Fis, un celebre o un ignoto apripista, mentre il Dj prende con vigore in mano la situazione. Dalle nove di mattina sarà un lungo e ininterrotto concerto degli specialisti del ponzi-ponzi austriaco, Dj Ötzi, Mickie Krause, Hubert von Goisern, Hansi Hinterseer, con intromissioni di tutta la cultura rock, country e dance riempipista, ma anche di inaspettati valzer viennesi e di musiche a tema legate ai vari atleti.
Molto gettonati i Ricchi e Poveri, Toto Cotugno, Vasco Rossi e tutto il nazional popolare tricolore. La colonna sonora che accompagna la discese degli atleti segue criteri a volte imprecisi, come il nostro Vinatzer, altoatesino doc, che in partenza si becca una tarantella napoletana, va meglio a Odermatt celebrato da Heidi, di Cristina D’Avena, con tanto di caprette che fanno ciao, ma va bene così.
Lo speaker sa caricare a molla tutto il pubblico, passando con disinvoltura da una lingua all’altra, niente da dire sull’italiano, davvero ottimo, e mentre il freddo è combattuto tra accenni di ballo, cori di We are the Champions, “bandiere a destra, bandiere a sinistra, su, giù, sempre più veloci, zigo zago, zigo zago» e bicchieri di Glühwein, il nostro vin brulè, che emerge da misteriose botticelle, il primo atleta è già al cancelletto di partenza.
E qui bisogna dirlo: giù il cappello ai tifosi austriaci che ovviamente sono la maggioranza, ma anche a tutti gli altri. La sportività e la competenza del pubblico raggiunge vette davvero ineguagliabili con partecipazione e incitamento a tutti, ma davvero tutti, gli atleti, fossero i blasonati Odermatt, le nostre Federica e Sofia, Lucas Pinheiro Braathen, idolo dei più giovani o gli ultimi a scendere a telecamere ormai spente. Perfino chi inforca o esce riceve la sua dose di applausi quando rassegnato giunge al traguardo. Davvero da brividi.
Se da questi mondiali si può portare via qualche immagine, nel mio album dei ricordi, troverà sicuramente posto la gioia per Federica Brignone, molto amata dal generoso pubblico, ma anche l’ultima recita di “Sabo” Gross, a cui gli spettatori hanno tributato un sincero e commovente applauso.
Questo e tanto altro è Saalbach, una festa che si rinnova sulla Streif di Kitzbühel o nella notturna di Schladming, con un pizzico di internazionalità in più dovuta al tipo di evento.
Tra una manche e l’altra lo spettacolo continua con un concerto live mentre alcuni spettatori preferiscono prendere una pausa gironzolando per le vie di Hinterglemm, dando un’occhiata ai tanti bei negozi (soprattutto sportivi), visitando gli stand dei partner tecnici con le ultime novità presentate sul mercato o andare a mettere qualche cosa sotto i denti in uno dei rifugi e ristorantini a fine pista, incontrando al tavolo accanto il Kaiser Franz Klammer intento a sorseggiare una birra assieme a Bernhard Russi, o il “vecchio” Arnold Schwarzenegger, presenza fissa in molte gare sul suolo austriaco. Poi tutti dentro per la seconda manche.
Si trepida, si canta, si fa il tifo, ci si dispera compostamente per le cadute o le uscite di pista, ma alla fine vincono davvero tutti.
La festa continua per le strade fino a tarda sera o agli eventi di House of Snow. Gli atleti presenti vanno via presto. Domani è un altro giorno, domani si corre.
Un grazie dunque a Oetzal Tourismus, che mi ha permesso di assistere a questa bellissima rassegna iridata.
Luca Steffenoni